Incerta è l’etimologia del nome di Venusia: l'ipotesi che raccoglie maggior credito è quella che ritiene la città fondata in onore della dea dell’amore, Venere (Venus, dal Latino).
La fama di Venosa è strettamente legata alla figura del celebre poeta classico Orazio, ma la sua importanza non si esaurisce in ciò. Presenta infatti una cospicua tradizione storica che la vede centro culturale ed economicamente e politicamente strategico dall’età romana a quella federiciana fino all’800.
STORIA:
Di antichissime origini ( numerosi sono i reperti risalenti al Paleolitico), Venosa nel 291 a.C. diventa una colonia romana e i suoi abitanti acquisiscono il diritto di voto e cittadinanza. Trovandosi sulla via Appia, una delle più importanti strade dell’antichità, ben presto Venosa diventerà importante e florida.
La fama di cittadina è legata soprattutto al celeberrimo poeta latino Quinto Orazio Flacco, nato a Venosa nel 65 a.C. Sede nel I sec. d.C. di una delle prime comunità ebraiche in Italia, Venosa perderà via via di importanza in seguito alla costruzione della via Traiana ( che collegherà Benevento a Brindisi, tagliando fuori Venosa dai principali traffici dell’epoca) e al crollo dell’Impero Romano; successivamente la cittadina sarà conquistata prima da numerosi popoli barbarici e poi da saraceni, bizantini e normanni.
Federico II di Svevia farà edificare un castello sui resti di un fortilizio longobardo, facendone il Tesoro del Regno. Nel 1232 Venosa dona i natali a Manfredi, figlio di Federico II e Bianca Lancia, nonché futuro sovrano svevo. In epoca angioina la città fu governata da Roberto d’Angiò; successivamente passò alla famiglia Orsini- Del Balzo, che fece costruire il castello e la cattedrale di Sant’Andrea (consacrate nel 1531).
In epoca aragonese Venosa divenne un importante centro culturale; in questo periodo visse il principe Carlo Gesualdo (noto come Gesualdo da Venosa), uno dei maggiori compositori del tempo.
COSE DA VEDERE:
CASTELLO
Al centro di Venosa sorge il castello fatto costruito per ordine di Pirro del Balzo nel 1460-70. Furono in questo periodo innalzate parte delle torri cilindriche che segnano gli angoli della pianta quadrangolare e la murazione, mentre al tempo del viceregno spagnolo risalgono il fossato, i bastioni e la loggia interna. Del Balzo lasciò numerosi segni che ricordassero e lodassero la propria famiglia, come lo stemma che rappresenta un sole raggiante. I due leoni che si trovano, invece, sul ponte di accesso appartengono al periodo romano. La struttura ricorda il Maschio Angioino di Napoli. All’interno dell’ampio cortile affaccia il loggiato cinquecentesco, con all'interno belle sale affrescate.
Alcune delle sale del castello sono occupate dal Museo archeologico nazionale, che contiene una vastissima scelta di materiali che testimoniano la storia e le tradizioni della città. È divisa in cinque sezioni, quella pre-romana, quella della romanizzazione, quella dell’età augustea, quindi quelle dell’età imperiale e del tardo impero. Di notevole interesse e bellezza sono le "ceramiche", la "collezione numismatica", i "mosaici" pavimentali e le "pitture parietali", le "tipologie sepolcrali", una "croce-reliquiario", "orecchini" e "plutei". Sempre all'interno del Castello è situata la Biblioteca comunale e i saloni di rappresentanza.
Aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 20.00 (martedì dalle 14.00 alle 20.00)
Prezzo biglietti: gratis 0-18 anni e over 65; € 1,25 dai 18-26 anni e € 2,50 dai 26 ai 65. Scolaresche non pagano, e i gruppi con almeno un insegnante hanno una riduzione.
Tel./Fax 0972 36095
CATTEDRALE
La cattedrale di S. Andrea, commissionata e finanziata da Del Balzo tra il 1470 e il 1520, presenta una facciata in pietra lavorata e mura con iscrizioni romane. L’interno, caratterizzato da tre navate e archi a sesto acuto, conserva, tra le opere di maggior rilievo, l’ Annunciazione di Carlo Maratta e l’Assunzione della Vergine di Francesco Solimena.
Per informazioni rivolgersi al parroco.
PARCO ARCHEOLOGICO
Si tratta di una vasta zona di scavi della quale fanno parte le terme, la domus, i complessi residenziale ed episcopale, la chiesa Incompiuta e l'anfiteatro. L'assenza di sovrapposizioni edilizie sull'area urbanizzata tra il periodo romano repubblicano e l'età medievale fanno del parco archeologico un unicum in Italia per quanto riguarda le città ancora oggi esistenti, le cui origini risalgono ai secoli prima di Cristo.
L’ Anfiteatro: prestigiosa costruzione che risale al I sec. d.C., testimonia l'importanza e lo splendore della città. Era infatti il luogo dove si svolgevano combattimenti tra gladiatori e/o animali ed esecuzioni.
L’Incompiuta: nel XII sec. ha inizio il progetto di realizzazione della chiesa nuova voluta dai Benedettini per ampliare lo spazio destinato al culto. I lavori furono però interrotti dopo qualche decennio quando i monaci abbandonarono il convento. Dell'opera rimangono oggi solo le mura esterne e all'interno, sul lato destro, cinque colonne di cui quattro complete di capitello corinzio.
La Domus: si accede attraverso un piccolo vestibulum decorato con simboli scaramantici. Al centro dell'abitazione l'atrium, decorato con affreschi e pavimento a mosaico di gran pregio.
L e Terme: vero e proprio centro di benessere, erano il luogo in cui ci si poteva dedicare alla cura del corpo con la possibilità di scegliere tra esercizi ginnici e bagni rilassanti. La struttura era infatti dotata di una palestra e di vari ambienti diversamente riscaldati che consentivano di optare per diverse tipologie di bagno: il frigidarium per il bagno freddo, il tepidarium per il bagno caldo e il laconicum, piccola stanza in cui era possibile fare la sauna.
Aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 14.00. giorno di chiusura il martedì.
Costo biglietto: dai 18-25 anni €1,25; dai 25 ai 65 €2,50; da 0 a 18 anni e over 65 è gratuito.
ABBAZIA DELLA SS. TRINITÀ
Il complesso della Santissima Trinità fu edificata sui resti di un tempio pagano in onore alla dea Imene, una struttura che comprende due chiese: la Chiesa Antica, o anche detta Chiesa Vecchia, è stata costruita nel periodo paleocristiano, restaurata in seguito per mano dei Longobardi e dei Normanni, custodisce la tomba degli Altavilla e di Aberada, moglie di Roberto il Guiscardo ripudiata. La Chiesa Nuova, anche detta Incompiuta, fu edificata tra l’XI e il XII secolo, allo scopo di espandere la chiesa antica e utilizzando i materiali presi dall’anfiteatro romano, dal nome possiamo apprendere che la costruzione non fu mai terminata. La chiesa vecchia è costituita da tre navate coperte da archi a tutto sesto ed è completa di transetto, abside e deambulatorio con pavimento a mosaico. La chiesa nuova completamente priva di copertura sorge in un contrasto di spazi aperti e chiusi.
PARCO PALEONTOLOGICO DI NOTARCHIRICO
Il parco paleontologico di Notarchirico è un sito all'aperto del Paleolitico inferiore e situato nelle vicinanze di Venosa. L'importanza del parco è data dal fatto che è uno tra i siti europei sul Pleistocene Medio meglio conservati e ricchi di materiali. Nel giacimento, scoperto nel 1979 in seguito ad una ricognizione effettuata dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana, sono stati effettuati numerosi scavi condotti dal 1980 al 1985 e diretti dalla Soprintendenza Archeologica della Basilicata, che hanno portato alla luce diversi strati abitativi molto estesi con la presenza di manufatti associati a resti di elefanti, bovidi e cervidi, resenza di numerosi utensili in pietra e dai resti di grossi animali come elefanti, bisonti,buoi appartenenti a specie estinte. È stato inoltre rinvenuto nella zona un frammento di femore di un individuo di sesso femminile di Homo erectus databile a circa 300 000 anni fa. La maggior parte dei resti si trovano comunque esposti al Museo Nazionale di Venosa.
LA CASA DI ORAZIO
Si tratta di un edificio romano, nel quale in realtà sono stati più correttamente individuati ambienti termali (di sicuro un calidarium); la facciata è ancora in mattoni a legatura reticolata, mentre a sinistra dell'ingresso è murato un bassorilievo.
Per l'apertura contattare:MINUTIELLO VIAGGI - Agenzia viaggi e turismo
Le catacombe ebraiche di Venosa
Scoperte nel 1853 sulla collina della Maddalena, costituiscono una preziosa miniera di storia antica, dove entrare in contatto con le sepolture e le iconografie del popolo ebraico.
Le catacombe erano luoghi sotterranei, costituiti da una rete di corridoi di varia larghezza e dal tracciato irregolare, usati dagli ebrei per la sepoltura. Vi erano, inoltre, delle nicchie (cubicula), che contenevano più sepolcri, caratterizzate in alcuni casi da un arco, scavato nel tufo e sormontante l’urna, intonacato e affrescato (arcosolium).
Le catacombe ebraiche si differenziavano da quelle cristiane perché al loro interno era vietata la celebrazione liturgica a suffragio dei morti, vista dalla religione ebraica come una sorta di contatto con i defunti e quindi considerata pratica impura. Questo spiega perché gli ambienti catacombali erano privi dei tipici locali cristiani ipogei normalmente adibiti alle riunioni pubbliche e alle celebrazioni. La loro caratteristica principale, che le distingue da quelle cristiane, sta nei decori a fresco con simboli ebraici. Il sito testimonia, attraverso le epigrafi che vi sono state rinvenute, la presenza a Venosa tra il IV e il IX secolo d.C. di una consistente comunità ebraica, secondo alcuni più potente di quella presente a Roma. Dallo studio di queste epigrafi, aventi iscrizioni in lingua ebraica, latina o greca emerge la peculiarità del nucleo di ebrei venosini e cioè la loro origine ellenistica. Essi probabilmente giunsero a Venosa tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d.C., in un periodo economicamente prospero per la città. Ma, già in precedenza, alla fine dell’età repubblicana, vivevano a Venosa liberi commercianti ebrei. La presenza e lo sviluppo a partire dal tardo periodo imperiale della comunità ebraica a Venosa, così come a Taranto, sarebbe da collegare alle attività di manifattura tessile dei ginecei imperiali, forse in relazione alla loro abilità nella tessitura e nella tintura di stoffe.
Alcuni, inoltre, erano personaggi ricchi ed influenti e ricoprivano cariche importanti nell’ambito dell’amministrazione cittadina, nonostante fin dal 438 le leggi romane avessero escluso gli Ebrei dagli honores. Purtroppo di questa fiorente comunità ebraica non è stata ritrovata la sinagoga né abbiamo testimonianze sulla sua eventuale collocazione nel tessuto urbano.
Particolare rilievo all’interno delle catacombe ha un arcosolio affrescato con la raffigurazione del candelabro a sette braccia (menorah), affiancata da altri simboli tipici del patrimonio iconografico e religioso ebraico: il corno, la palma, il cedro, l’anfora d’olio.
Tutto il sito è affascinante da visitare, per la sensazione che si prova ad addentrarsi nella collina attraverso gli stretti cunicoli, per la cura con cui sono scavati nicchie, per l’atmosfera che fa quasi percepire lo stato d’animo di chi prima scavava e poi utilizzava quelle gallerie per il culto dei propri cari scomparsi, ma anche per la suggestione resa dall’illuminazione soffusa proveniente dal basso, che sembra quasi avere rispetto di uno spazio sacro che con molta fatica è sopravvissuto per secoli attraverso la storia.
COME RAGGIUNGERLA:
IN AUTO
Da NORD
Se vi trovate in prossimità o sul litorale adriatico, imboccate l'autostrada Adriatica A14 ed uscite allo svincolo di Foggia. Da Foggia prendete la S.S. 655, Foggia - Matera, (Bradanica) ed uscite a Venosa sud.
Se vi trovate in prossimità o sul litorale tirrenico, imboccate l'autostrada del Sole A1. Arrivati allo svincolo di Caserta, immettetevi sulla A16 Napoli - Canosa ed uscite a Candela. Da lì, prendete la S.S. 655 Foggia - Matera ed uscite allo svincolo Venosa sud.
da SUD
In prossimità o sul litorale ionico, portatevi sulla S.S. Ionica 106 ed uscite a Metaponto. Imboccate la S.S. 407, Metaponto - Potenza, (Basentana) ed immettetevi sulla S.S. 658,Potenza -Melfi.Uscite allo svincolo per Barile e seguite le indicazioni per Venosa.
In prossimità del basso Tirreno, imboccate l' autostrada Salerno - Reggio Calabria, uscite a Sicignano e deviate per il raccordo autostradale: Sicignano - Potenza.Immettetevi sulla S.S. 658 Potenza - Melfi.Uscite allo svincolo per Barile e seguite la segnaletica per Venosa.
Da Bari e dintorni , imboccate la S.S. 98, all'altezza di Canosa di Puglia, prendete la S.S. 93 Canosa - Lavello e seguite le indicazioni per Venosa.
N AEREO
Aeroporto Internazionale di Bari "Karol Wojtyla"
Aeroporto Internazionale di Napoli "Capodichino"