Il nome, Castrum Medianum (Castello Mezzano) fa riferimento alla suddetta fortezza Normanna posizionata al centro fra i due Castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna. Le origini di Castelmezzano sono datate circa tra il VI ed il V secolo a.C., quando dei coloni greci penetrarono nella valle del Basento e fondarono un centro abitato chiamato Maudoro, cioè mondo d'oro.
Nel sec. X d.C., le scorrerie dei Saraceni nelle zone interne costringono la popolazione di Maudoro a cercare un posto più sicuro. Sarebbe stato il pastore Paolino a scoprire, addentrandosi verso est, una naturale fortezza costituita do cuglie di rocce a strapiombo, dalle cui cime si potevano respingere gli invasori facendo rotolare grandi massi di pietra. La prima roccaforte fu longobarda, poi, verso il Mille, subentrarono i Normanni a difenderla dai Saraceni già insediati nella vicina Pietrapertosa.
Intorno al Mille i Normanni vi costruirono un castello. Del fortilizio sono ancora visibili i resti delle mura e la gradinata scavata nella roccia che consentiva l’accesso al punto di vedetta più alto, da cui si domina l’intera valle del Basento. Con l’occupazione normanna il borgo vive un periodo di prosperità: il feudo viene concesso ai fedeli dell’Imperatore e cresce il potere delle comunità religiose. Con gli Angioini comincia la decadenza.
Sotto il dominio Aragonese ( XIV-XVI sec.) il feudo cambia di proprietà di molte volte, ma solo verso il 1580, quando viene nominato barone Giovanni Antonio De Leonardis, migliorano le condizioni sociali della popolazione. La fine del potere feudale risale al 1805.
Nella prima metà del XIX secolo, si afferma il fenomeno del brigantaggio: tra i nascondigli naturali delle rocce e della macchia boschiva molti diseredati trovano qui il loro ambiente ideale. Alla fine del secolo si fa invece rilevante il dramma dell’emigrazione che spinge oltreoceano molte famiglie.
COSA VEDERE
Attrattore principale che caratterizza tanto Castelmezzano quanto Pietrapertosa è il Volo dell’Angelo. I due comuni, presentano un paesaggio particolarmente affascinante comunque ci si muova lungo le strade che conducono ai due borghi situati in prossimità di vette disposte una di fronte all’altra. Proprio questa particolare ubicazione consente di effettuare un incredibile volo attraverso lo spazio che separa i due paesi.
Un’avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima del territorio.
Legati con tutta sicurezza da un’apposita imbracatura e agganciati ad un cavo d’acciaio il visitatore potrà provare per quale minuto l’ebbrezza del volo e si lascerà scivolare in una fantastica avventura, unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l’altezza massima di sorvolo.
Arrivati in uno dei due splendidi borghi, si avrà la possibilità di girare tra le abitazioni, incastonate tra le rocce, di fare suggestive escursioni storico-naturalistiche, di degustare i prodotti locali ma soprattutto godersi lo splendido panorama circostante da una nuova visuale, insolita e soprattutto ricca di emozione. www.volodellangelo.com
www.parcogallipolicognato.it
Nel 2007, la rivista americana “Budget travel” definì Castelmezzano tra le migliori località del pianeta.
Scenografico è l´arrivo in paese, che compare improvvisamente, adagiato ad anfiteatro alla parete rocciosa, subito fuori da una galleria scavata nella roccia, dopo il superamento di una spettacolare gola. Suggestiva proprio l’esistenza di questo abitato interamente ricavato nella roccia, come pochi ce ne sono al mondo.
La Chiesa Madre “Santa Maria dell’Olmo” che custodisce una cornice in pietra ed una icona bizantina rappresentante la “Madonna della Stella Mattutina” risalenti all’XI sec. d. C., delle sculture lignee dei XIV e XVsec., dei quadri dello Scerra e del Pietrafesa e una decorazione in ferro battuto del XVIII sec., capolavoro dell’artigianato locale.
Il percorso storico-ambientale “Le pietre che parlano”, che attraversa il centro abitato fino ai ruderi del Castello Normanno dove una grandissima gradinata scavata nella roccia, stretta e ripida di quasi cinquanta gradini, porta in cima, ove la vedetta della guarnigione militare sorvegliava la sottostante Valle del Basento.
Il territorio è ideale per escursioni attraverso paesaggi di suggestiva bellezza, come la vallata del torrente Caperrino, che segna il confine tra il paese e Pietrapertosa.Lungo il corso del torrente si possono ammirare i ruderi di vecchi mulini.
Come giganti emersi dal mare si levano imponenti le Dolomiti Lucane, con spettacolari guglie e sagome che hanno suggerito nomi fantasiosi come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta.
Le Dolomiti Lucane sono montagne la cui nascita risale al periodo del Miocene medio circa 15 milioni di anni fa durante il quale si formarono in fondo al mare le arenarie che oggi ne costituiscono le rocce. Il gruppo di montagne più elevato è quello della Costa di S. Martino chiamato Piccole Dolomiti in quanto ricorda le caratteristiche delle famose Pule Trentine. Altrettanto importanti sono i picchi delle Murge di Castelmezzano e le guglie di Monte Carrozze.
Negli anfratti più inaccessibili, fanno il loro nido splendidi esemplari di cicogna nera, nibbio reale, gheppio, falco pellegrino. Benchè le guglie risultano quasi prive di vegetazione, si trovano interessanti specie di piante quali la valeriana rossa, la lunaria annua, l’onosma lucana. Le spettacolari cime sono in netto contrasto con il paesaggio circostante caratterizzato da forme più dolci e arrotondate come la vicina montagna del Capperino. A rendere ancor più suggestivo il luogo vi è il torrente Rio di Capperino, un affluente del Basento che ha scavato una profonda gola che divide a Nord le Murge di Castelmezzano dalla Costa di S. Martino a sud. www.dolomitilucane.it
CUCINA
Tradizione nuziale “ Le Crostole”. Sono dolci ricoperti di zucchero e miele.
Quindici giorni prima che gli sposi convolino a nozze, i rispettivi genitori preparano questi deliziosi dolcetti e omaggiano tutti gli invitati (di solito l’evento coinvolge quasi tutta la popolazione). La caratteristica delle “Crostole “ va otre il loro squisito sapore, ed interessa il procedimento di preparazione che impegna una intera notte. Le donne del paese si riuniscono a casa dei genitori degli sposi e con dovizia danno il via all’opera di preparazione. A consegnargli saranno dei “postini speciali”: tutte ragazze non sposate. Questa solenne tradizione cela in sé un doppio auspicio: per gli sposi le uova sono il simbolo della fecondità della coppia; per le “speciali postine” c’è l’augurio di coronare al più presto il loro sogno d’amore.
Le buone pratiche.
La Chiesa Madre Santa Maria dell’Olmo, edificata tutta in pietra locale nella Piazza Principale del paese. All’interno si possono ammirare due statue lignee raffiguranti la Madonna dell’Olmo risalente al ‘400, un altare stile barocco in legno con al centro un dipinto disegnato su una pietra, alcuni quadri di un famoso pittore lucano del ‘600.
La Cappella di Santa Maria, la Chiesa Rupestre Madonna dell’Ascensione immersa tra le rocce con attiguo cimitero pre-napoleonico.
Diversi Palazzi gentilizi: Palazzo Merlino, Palazzo Parrella, Palazzo Coiro, Palazzo Paternò, Palazzo Campagna e il grandissimo Palazzo Ducale De Lerma.
EVENTI
La sagra della Cuccìa: durante la festa di Santa Lucia, Castelmezzano festeggia il suo piatto tipico, la Cuccìa per l'appunto. Dagli ingredienti poveri ma dal sapore ricco, questo tradizionale piatto tipico ha bisogno di una preparazione che segue un rituale che si tramanda di generazione in generazione.
La sera della vigilia le donne mettono in ammollo il grano, che verrà poi messo a bollire insieme ai ceci le fave e le cicerchie, in un grande calderone, la famosa Pignat di creta. La cottura viene fatta a fuoco lento per circa tre ore. Dopo la benedizione e la Santa Messa, nel cortile della Chiesa Madre, il piatto viene finalmente distribuito ai fedeli, che potranno gustarlo condito con un pizzico di sale in compagnia del generoso vino locale, come segno di buon auspicio.