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PIETRAPERTOSA


Il paese è il più alto della Basilicata (1088 m). Pare sia sorto nell’VIII sec. a.c. ad opera dei Pelasgi ( popolazioni proto-elleniche che hanno preceduto le popolazioni elleniche in Grecia) 

Costoro costruirono le loro prime abitazioni nella parte bassa, per celarsi al nemico e per vivere tranquilli, e innalzarono sulle rocce, come posti di difesa e di vedetta, delle costruzioni fatte di blocchi sovrapposti, che alcuni decenni fa ancora si potevano notare sulla roccia. Questi antichi abitanti delle nostre terre rimasero signori incontrastati fino all’arrivo dei Greci. Tracce della presenza ellenica la ritroviamo nella forma ad anfiteatro dell’abitato. Al tempo delle invasioni di Annibale giunsero i Romani, scacciarono i Greci e fecero di Pietrapertosa la loro città. I padroni del mondo,però, resero Pietrapertosa, come il resto della Lucania, terra incolta e abbandonata al pascolo. Il ricordo della loro lingua lo ritroviamo nel dialetto pietrapertosano che conserva ancora parole e frasi latine naturalmente volgarizzate.

Con la caduta di Roma iniziarono le invasioni barbariche: vennero i Goti e poi i Longobardi sotto il cui dominio Pietrapertosa rientrò nel gastaldato di Acerenza. Vennero i Bizantini, ma Pietrapertosa,si ribellò e chiamò in suo aiuto gli arabi e si convertì all’islamismo. Per oltre venti anni gli arabi rimasero padroni di questo territorio. Vennero i Normanni e fu proprio sotto il principato del valoroso Roberto che Pietrapertosa acquistò particolare importanza. Conobbe successivamente l’avvicendarsi delle varie dominazioni straniere.

Nell’ottocento, durante il regno di G. Murat, Pietrapertosa fu centro liberale. Purtroppo l’idea liberale costò a molte famiglie, tra cui quella dei Torraca.

Partecipò sia ai moti carbonari del 1820 contro la restaurazione borbonica, sia all’insurrezione del 1848 contro Ferdinando II di Borbone. Partecipò alla seconda guerra d’indipendenza e,Il 17 settembre del 1859, come Castelmezzano,Tricarico, Pomarico, Pietrapertosa issò la bandiera tricolore con la scritta “ Viva la Costituzione, Viva l’Italia”.

Durante il periodo del Brigantaggio, Pietrapertosa fu risparmiata dagli attacchi delle bande di Crocco grazie alla protezione di Michele Canosa, capo brigante di Pietrapertosa. 

I primi anni del 1900 subì un forte spopolamento a causa dell’emigrazione per gli USA e della malaria che falciò la vita di tante persone, soprattutto giovani. A questo si aggiunse una frana che travolse molte case. La prima grande guerra sottrasse a Pietrapertosa molti giovani che persero la vita sul fronte e nelle trincee. 

E la seconda guerra mondiale non fu diversa dalla precedente. Oggi Pietrapertosa conta 1312 abitanti ed è preminentemente centro a vocazione turistica.

 

COSE DA VEDERE

Attrattore principale che caratterizza tanto Pietrapertosa quanto Castelmezzano è il Volo dell’Angelo. I due comuni, presentano un paesaggio particolarmente affascinante comunque ci si muova lungo le strade che conducono ai due borghi situati in prossimità di vette disposte una di fronte all’altra. Proprio questa particolare ubicazione consente di effettuare un incredibile volo attraverso lo spazio che separa i due paesi.

Un’avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima del territorio.

 

Legati con tutta sicurezza da un’apposita imbracatura e agganciati ad un cavo d’acciaio il visitatore potrà provare per quale minuto l’ebbrezza del volo e si lascerà scivolare in una fantastica avventura, unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l’altezza massima di sorvolo.

Arrivati in uno dei due splendidi borghi, si avrà la possibilità di girare tra le abitazioni, incastonate tra le rocce, di fare suggestive escursioni storico-naturalistiche, di degustare i prodotti locali ma soprattutto godersi lo splendido panorama circostante da una nuova visuale, insolita e soprattutto ricca di emozione. www.volodellangelo.com  

www.parcogallipolicognato.it

Il paese è costruito interamente sulla nuda roccia, quasi incastonato in essa, sfruttandone ogni più piccolo anfratto. Si snoda praticamente lungo l'unica strada principale, fino ai piedi dell'antico castello risalente all'epoca della dominazione romana. Particolarmente suggestivo attraversare il borgo di Pietrapertosa, in quanto rievoca quasi un luogo d’altri tempi, uno dei pochi ancora visibili al mondo.

Interessante è il Convento di San Francesco, costruito sui resti di una fortezza romana e trasformato nel 1474 dai Frati Minori Osservanti. Al lato del convento c'è la chiesa di San Francesco, in stile gotico, nel cui interno sono conservati un coro ligneo intagliato ed affreschi del XVI sec. Di Filiberto Guma e del Pietrafesa.

La Chiesa Madre sorge nella parte alta e si presenta oggi a due navate, frutto di molti rimaneggiamenti a partire dalla sua costruzione nel XV secolo. Da vedere le due tele di Antonio Ferro, datate 1606, il coro ligneo e l’organo del Carelli.

Nella zona è possibile effettuare diverse escursioni a carattere storico-naturalistico, come quello del Sentiero della Croccia o quello del Sentiero di Tempa Castello. Il Sentiero della Croccia conduce agli ultimi resti di un'antica città del IV secolo a. C., mentre il Sentiero di Tempa Castello porta ai ruderi di un antico centro, testimoniato da case e scalinate nella roccia. Del castello di Pietrapertosa non si conosce più nulla. Il nucleo originario, documentato come fortilizio saraceno, è identificabile nell'Arabata, ai piedi del castello, ricostruito dai Normanni.

Il percorso delle sette pietre, è un progetto che recupera un antico sentiero contadino di circa 2 km, che collega i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano e che si sviluppa su quote variabili: da 920 metri a Pietrapertosa scende fino a 660 metri nella valle attraversata dal torrente Caperrino e risale a 770 metri a Castelmezzano. 

Il percorso trae ispirazione dai racconti, tramandati oralmente fra le generazioni e dall’immaginario collettivo su cui si fonda il testo Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino. Lungo il sentiero la narrazione si traduce in forme visive, sonore ed evocative e diventa una storia incisa sulla pietra.

Ogni tappa prevede uno spazio allestito che accoglie l’opera artistica evocatrice di una delle sequenze del racconto, ed una ambientazione sonora che regala ulteriori suggestioni alla magia della natura che si svela. 

Le tappe sono 7 e ciascuna di esse propone una parola chiave che restituisce il senso del racconto.

Le Dolomiti Lucane si trovano nel territorio dei comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa. Il territorio presenta un’alternanza di boschi di querce e picchi brulli e rocciosi sui quali, tuttavia, prospera una flora rara e interessante con specie vegetali peculiari come la valeriana rossa, la lunaria annua e l'onosma lucana. La fauna, oltre ai cinghiali (numerosissimi), presenta una notevole varietà di volatili: nibbio reale, rondone, gheppio, corvo reale e falco pellegrino. 

EVENTI

La sagra della Rafanata: In occasione del Carnevale, anzi a conclusione, si tiene la sagra della Rafanata, preparazione tipica di Pietrapertosa e del carnevale lucano, fatta da una torta salata con uova, rafano e formaggio.

 

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