Comune della provincia di Potenza, sorge su una delle tante colline della zona del Vulture; infatti dalla rupe su cui sorge è possibile godere di paesaggi a perdita d'occhio, e per tutto il Corso principale si vede perfettamente il Monte Vulture e la Valle di Vitalba. L'indagine archeologica degli anni 1977-1980 data l'antichità di Ripacandida al VII secolo a.C., ma già alla fine del XIX secolo vengono rinvenute alcune grotte di epoca archeolitica e pavimenti mosaici alle sue falde. Sembra dunque che sia sorto dopo l’invasione gotica di “Candida Latinotum”; per altri il nome deriva dal colle di colore bianco su cui sorge.
COSE DA VEDERE:
-SANTUARIO SAN DONATO
Antichissimo santuario per la sua storia ormai millenaria con tutti i suoi affreschi del 1500, situato all'ingresso da nord-est dell'abitato, in onore del protettore della cittadina. Le pareti sono affrescate con pitture narranti la storia del Vecchio e Nuovo Testamento che si sviluppano su volte, pareti e pilastri delle tre campate. Nella Chiesa sono inoltre conservati un altare barocco e un dipinto della Madonna degli Angeli del Pietrafesa. Caratterizzato da una struttura architettonica romanica è gemellato con la basilica di S. Francesco in Assisi, tanto da ricevere in dono una reliquia del corpo del santo patrono d’Italia. A dicembre 2010 il santuario ottiene dall'UNESCO il riconoscimento di Monumento messaggero di cultura di pace e monumento nazionale per i profondi valori spirituali che da secoli trasmette.
Tel. 0972 644145 (Convento Suore)
Apertura: tutti i giorni 7:30-12.00 e 15:00-17:00
-IL BOSCO (area naturalistica)
Denominato Bosco Grande forse perché in origine era uno dei più grandi della regione, è una delle bellezze naturali divisa tra i comuni di Filiano, Forenza, Atella e Maschito. Composto da alberi ad alto fusto come querce, cerri, ecc., per secoli ha dato lavoro, nutrito e riscaldato durante i freddi inverni la popolazione di Ripacandida e paesi limitrofi. I contadini, tra cui anche donne intrepide e coraggiose, andavano al bosco per tagliare e poi vendere quella che veniva chiamata una "salma " di legna anche nei paesi vicini. Rifugio di mandrie e di allevatori, durante la cosiddetta "transumanza", che utilizzavano il bosco come luogo di sosta per i loro lunghi spostamenti. I simboli per eccellenza rimangono il "casone" e le "pile", cioè abbeveratoi per gli animali. Durante il brigantaggio, fu rifugio per i briganti, che utilizzarono le numerose grotte per sfuggire alla cattura.
GASTRONOMIA TIPICA
-LA TRECCIA
Il caratteristico pane dalla forma intrecciata è chiamato "Ruciulatieggh". Non si conosce l'origine di questo tipo di pane, unico fra l'altro, perché nei paesi vicini non esiste. Preparato dalle brave massaie, veniva poi cotto nei forni delle case; ogni casa aveva il proprio forno. "I rucilatieggh" erano preparati con un impasto di farina, olio, acqua, semi di finocchio, uova, sale e lievito e poi lucidati con il tuorlo dell'uovo. La tradizione continua nei panifici che lo preparano il martedì e il venerdì.
-PANE DI PASQUA
Altro tipo di Treccia preparato soltanto a Ripacandida, chiamato sempre in forma dialettale "Scarceggh". Consiste in un impasto di Treccia fatto a forma di cono, dove alla sommità viene posto un uovo metà dentro e metà fuori, non cotto, che cuocerà assieme all'impasto nel forno, chiuso da una croce sempre dello stesso impasto. Esiste un'altra variante ancora, quella di aggiungere un "manico", sempre dello stesso impasto, come se fosse una borsa.