Vaglio di Basilicata sorge a 954 metri di altezza s.l.m. e conta circa 2.200 abitanti. Distrutta nel 1286 da truppe angioine, in epoca feudale appartenne a diversi signori. Nel 1861 fu sconvolto e saccheggiato dai briganti capeggiati da Crocco e da Borjes. Il borgo antico del paese è caratterizzato dalla presenza di chiese e palazzi baronali impreziositi da portali e archi in pietra. Il paese ospita il “ Museo delle Antiche Genti di Lucania ”. A pochi chilometri dall’ abitato si trovano due importanti parchi archeologici quello di Rossano e quello di Serra di Vaglio. Passeggiando tra i vicoli del centro storico è possibile degustare nelle caratteristiche locande e taverne, le pietanze tradizionali e una vasta gamma di prodotti tipici locali.
STORIA:
il toponimo deriva dal basso latino vallum o vallium, luogo cinto da vallo, ossia fortificato da palafitte.
Fu abitata in tempi remoti da gente indigena, che si dedicava alla caccia e alla pastorizia e viveva in capanne sparse o in piccoli villaggi. In località Serra di Vaglio dagli scavi archeologici sono venuti alla luce ricchi reperti: vasellame di bronzo e di ceramica, gioielli preziosi,diademi e fermagli. È emersa l’imponente struttura abitativa urbana con cinta muraria, strade, case. Queste testimonianze attestano che Serra fu capitale, centro amministrativo, politico e militare dei piccoli insediamenti strutturali lungo il Basento e il Tiera, crocevia di scambi etruschi e greci.
Ad Est di Serra si trova il Santuario di Rossano.
Il tempio d’imitazione greca fu edificato, intorno al 350-330 a.C. e dedicato alla dea Mefitis, in località Bosco di Rossano, zona ricca di sorgenti d’acqua e di boschi, nei quali erano celebrati i riti pagani. Il santuario aveva anche funzioni politiche, poiché era il centro delle popolazioni indigene dell’intera regione.
Per mancanza di documenti poco sappiamo dei primi feudatari. Nel 1582 fu feudo degli Spinelli, poi del Salzar; nel 1670 ai Quarto di Laurenzana, i cui eredi lo detennero fino al 1806, con l’abolizione della feudalità. Nel 1861 Vaglio fu saccheggiata da bande di briganti guidate da Crocco. Il centro storico rivela la sua origine medioevale, databile intorno al Mille. Strutturato nella caratteristica forma ellittica altomedievale,esso si sviluppa probabilmente intorno ad una fortezza normanna. L’impianto urbano si snoda lungo tre assi viari principali: Via di sopra (via Roma), Via di mezzo(via Vergara) e Via di sotto(via Buonarroti). Lungo via Roma si allineano le case dei signori locali, ancora oggi testimoniate dalla presenza di numerosi portali in pietra calcarea e di pregevoli balconate con gattoni in pietra e ringhiere in ferro battuto. I tre assi sono tra loro collegati trasversalmente da stretti vicoli, sormontati da strutture ad arco, facenti parte di un sistema difensivo comune agli insediamenti alto-medievali che lasciano ipotizzare un’origine longobardo-normanna. Le ridotte dimensioni dei vicoli consentivano il passaggio di una sola persona per volta, garantendo, così, una migliore difesa del borgo fortificato.
Sono perfettamente conservate nella loro struttura originaria,anche le due porte d’accesso U’Spuort e Porta vecchia. (www.vacanzeinbasilicata.it) (www.comune.vagliobasilicata.pz.it)
COSE DA VEDERE:
• NEVIERA
Sulle pendici del monte Giove, non lontano dall’abitato, si erge isolata l’antica “neviera”, una delle più importanti testimonianze storiche del Comune di Vaglio Basilicata. Tale manufatto si compone di due corpi di fabbrica affiancati a forma circolare: la prima, quella dal diametro maggiore, è quasi completamente interrata fino a nove metri di profondità, la seconda più piccola presenta delle strutture in elevazione simili a quelle delle antiche torri. Le strutture di copertura sono completamente scomparse e i due manufatti sono tra loro comunicanti tramite una apertura ad arco. Le “neviere” sono dei pozzi tronco-conici con muratura perimetrale in pietra grezza, profondi in media cinque o sei metri e con diametro fino a dieci metri, che vennero per lungo tempo adibite a deposito della neve destinata al consumo durante il periodo estivo. Sappiamo da fonti storiche che tra la metà del XIV secolo e la fine del XIX, l’uso del refrigerante naturale era molto diffuso sia per la conservazione dei cibi deteriorabili, e sia come terapia del freddo contro determinate patologie. La neve, trasportata a spalla fino alla neviera, una volta introdotta nella fossa veniva battuta e costipata strato su strato, quindi coperta con fogliame secco e da una tettoia mobile; tra la struttura di copertura e lo strato di foglie si creava un’intercapedine termoisolante che permetteva la conservazione della stessa fino all’estate.
• SERRA DI VAGLIO
Non lontano dall’abitato, in località Serra San Bernardo , è situato lo scavo archeologico che ha riportato alla luce un insediamento indigeno risalente al periodo compreso tra l’VIII e IV sec. a. C.. L’insediamento, che fu racchiuso da una cinta muraria formata da blocchi di pietra a forma di parallelepipedo e di ingressi monumentali, nel IV sec. a. C., fu abbandonato nel III sec. a. C. I blocchi di questa fortificazione, come avviene in tutti i centri lucani del Potentino, recano segni di cava in alfabeto greco.
L’acropoli
Il pianoro centrale dell’antico insediamento di serra è generalmente assimilato ad un’acropoli, la parte più alta della città greca. In quest’area, alla metà degli anni sessanta del secolo scorso, si è intervenuti con un imponente sterramento, per riportare alla luce i muri delle abitazioni. Gli enormi cumuli così composti sono stati successivamente “spietrati” recuperando numerose terrecotte architettoniche, che hanno consentito una migliore comprensione delle tecniche edilizie utilizzate nel sito. Negli spazi scoperti comuni sono state trovate tracce di attività artigianali. Sull’acropoli si registra un sovraffollarsi di edifici ed un riutilizzo intensivo degli spazi scoperti, invadendo in parte anche l’asse viario centrale per la costruzione di nuove strutture e creando un complesso sistema di canalizzazione.
La necropoli e l’edificio di Braida
Il pendio della collina di San Bernardo, denominato Braida, sembra essere occupato a partire dal primo quarto del VI secolo a.c. Qui negli anni sessanta furono rinvenuti frammenti di statue acroteriali e di lastre a rilievo dipinte, che rivestivano e decoravano le travi del tetto, le “lastre dei cavalieri”.Tale circostanza, unita al ritrovamento negli anni novanta di nove corredi funerari, databili tra la fine del VI ed il V secolo a.c., riferibili al gruppo eminente della comunità locale, quello dei basileis (parola greca che significa: i re), ha fatto pensare alla presenza di un complesso palaziale, con funzioni non solo residenziali, ma anche sacre e politiche.
Attualmente dell’edificio sono in luce i resti di un vano rettangolare di 290 mq, delimitato da blocchi di calcare grigio e in parte pavimentato da larghe basole piatte di calcare bianco.
• ROSSANO DI VAGLIO
In località Macchia di Rossano, zona ricca di sorgenti d’acqua, è situato il Santuario dedicato a Mefitis, divinità femminile delle acque.
Le numerose iscrizioni ritrovate testimoniano una straordinaria osmosi culturale, la scrittura, infatti, spesso è greca, la lingua utilizzata è osca, le istituzioni menzionate sono tipicamente romane, seppure con una forte connotazione identitaria lucana.
• Il Museo delle Antiche Genti di Lucania, ubicato all’interno del centro moderno, offre al visitatore una serie di suggestive ricostruzioni corredate da materiali archeologici. Attraverso un viaggio fantastico è possibile rivivere all’interno di una reggia del VI secolo a.C., gli atti di offerta devozionale alla dea Mefite.
Ancora oggi Vaglio conserva buona parte della sua antica architettura spontanea.
La Chiesa Madre: dedicata a San Pietro è di impianto cinquecentesco e conserva nel suo interno opere come la Madonna del Rosario (1582) e la Sacra Famiglia (1580) dell’artista Antonio Stabile. Alle spalle dell’Altare Maggiore si può ammirare un interessante scolpito in fondo al quale v’è una natività del De Laurentis risalente al primo triennio del 1600.
L’ex Convento di Sant’Antonio Abate: con l’annessa Chiesa a navata unica mostra sull’altare maggiore una scultura del Santo del XVII secolo ed alcune tele del 1600 di Francesco Paterno e Attilio De Laurentis.
(www.treccani.it- dino adamesteanu) (www.comune.vagliobasilicata.pz.it)
EVENTI E MANIFESTAZIONI:
Un Percorso enogastronomico e culturale Il Percorso è ideato come una passeggiata di gusto e di storia tra i vicoli del centro storico lungo i quali è possibile assaporare i piatti tipici e l’eccellente vino del posto. Ogni sapore, ogni odore, ha una storia da raccontare, storia che solo i visitatori possono custodire e tramandare. (www.alparcolucano.it)
A TAVOLA:
Nel territorio praticata è la coltura di cereali e diffusi sono gli allevamenti zootecnici.
Piatti tipici della cucina locale sono dunque piatti a base di carne e cereali: ravioli al ragù, zuppa di lenticchie, agnello bianco,calzone con ricotta, calzone con la cipolla e tagliatelle con la mollica (mollica, uva passa,noci fichi).
SERVIZI:
Agriturismo La Dimora dei Cavalieri
Contrada Tataseppe, 1
Tel +39 340 3745730
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E' tra i pochi agriturismi in Basilicata dove si puo gustare un'eccellente cucina tipica lucana. Tra gli abbondanti antipasti spiccano i fagioli con la cotica e le patate con i peperoni cruschi. Deliziosi i primi piatti, per non parlare dell'agnello cotto al forno con le patate..squisito !!!
Tutto veramente ottimo!!
A questo si aggiunge grande cortesia e professionalità dello staff.
L’azienda offre la disponibilità di 60 posti tavola e 13 posti letto. Struttura per disabili e ospitalità per gli animali. (www.dimoradeicavalieri.it)