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VIGGIANELLO


STORIA

Fonti storiche assicurano che il paese sia stato fondato da profughi achei in conseguenza della distruzione di Sibari, divenendo, secondo Tito Livio, roccaforte romana sulla via Popilia. La presenza umana sul territorio si consolida con l'arrivo dei Romani. I nuovi conquistatori realizzarono sul colle dell'attuale Viggianello, proprio dove più tardi sarà edificato il castello, una fortificazione, oltre alle ville rustiche e le strade. Ai Romani subentrarono i Longobardi ed i Bizantini. Con i Normanni comincia a consolidarsi l'insediamento sulla collina di Viggianello grazie alla creazione della roccaforte con torre quadrata (tipica dell'architettura normanna) e della chiesa del castello dedicata a S. Nicola (di cui restano oggi solo pochi ruderi). Gli svevi consolidarono la roccaforte che assunse le sembianze dei tipici manieri federiciani. Nel castelo di Viggianello dimorò anche l'Imperatore svevo Federico II. Dal sec. XV Viggianello sarà infeudato alla nobile famiglia dei Sanseverino, principi di Bisognano. Agli inizi dell'età rinascimentale nel centro lucano fu istituita una scuola di medicina con caposcuola Antonio Cassano. Viggianello, dopo essersi organizzato in comune nel 1808 secondo gli emendamenti francesi, partecipa attivamente alle fasi dell'Unità d'Italia. In particolare queste terre furono teatro di scontro fra briganti ed esercito piemontese. In omaggio alla gialla ed intensa cortina di fiori di ginestra che avvolge in maggio il paesello, Viaggiano è stato definito il “paese delle ginestre”.

 

COSE DA VEDERE:

Nel punto più alto dell'abitato di Viggianello sorge il Castello. Il primo insediamento fortificato risale al periodo romano con la costruzione di un castrum a controllo della Valle sottostante. In seguito i bizantini ne fecero il centro amministrativo che inglobava, entro solide mura, anche il borgo agricolo che si sviluppò tra i rioni Cella e Ravita. I normanni costruirono la solida torre a base quadrata e ripristinarono le mura di cinta del borgo di cui restano poche e sporadiche tracce. Gli Svevi ampliarono la struttura e l'abbellirono dei fregi tipici dell'arte colta federiciana. Nelle sue stanze per ben due volte soggiornò l'Imperatore di Svevia Federico II nel sec. XIII. Assunse notevoli dimensioni e divenne il centro militare ed amministrativo di un vasto territorio, uno dei più popolati e difesi della Basilicata e del Bruzio. Nel sec. XVI i Principi Sanseverino trasformarono la fortezza in palazzo, cessate ormai le esigenze di difesa. Fu espugnato nel sec. XV da Consalvo de Cordoba. Ancora si conserva l'antica cisterna ma non si hanno tracce del fantomatico passaggio segreto che attraverso le viscere del paese conduceva nel canale Carella, permettendo ai castellani di mettersi in salvo nel caso in cui il castello veniva espugnato.

 

 

La cappella della SS. Trinità conserva una cupola tipica dell'architettura bizantina-basiliana. Divenne confraternita e sede di ospedale nel sec. XV. Ancora conserva tracce di affreschi.

La Chiesa madre di S. Caterina d'Alessandria anch'essa di origine bizantina. Conserva numerose opere (tele del '600 e '700, fonte battesimale in alabastro del '500, altare in marmo da attribuire allo scultore Palmieri del sec. XVIII, acquasantiere in marmo bianco del sec. XIX, un ciclo di affreschi di Alfonso Metallo, uno spettacolare organo a canne del 1880, un coro ligneo del 1600, una madonna in pietra del '500, la statua della Santa patrona in legno di epoca rinascimentale o precedente), una reliquia della santa di Alessandria e una cripta dove si trovano, tra le tante sepolture, tre preti mummificati seduti su una panca e ricoperti di paramenti sacri d'oro.

Il convento di S. Antonio a Pantana del sec. XVI costruito dai padri basileani venne rifatto nel sec. XVII. Conserva una bellissima scultura in marmo bianco della madonna con bambino, realizzata dal Bernini.

La cappella dell'Assunta voluta dai principi Sanseverino nel sec. XV che conservava fino a qualche anno fa l'originale pavimento in cotto del '500. Nel territorio sono sparsi ruderi di monasteri basiliani, distrutti dall'esercito e dalle leggi di Napoleone.  

 

Scavi archelogici:

Pur mancando campagne di scavo da parte della Sovrintendenza numerosi sono i siti interessati da rilevanze archeologiche. Grazie agli studi condotti dall'archeologa Paola Bottini, si può affermare che per il periodo di dominazione greca e romana vanno segnalate le località Spidarea e Valle Laura, aree dense di reperti di superficie. Si possono notare numerosi frantumi di tegoloni usati per le tombe. Inoltre, si rinvengono cocci di anfore, vasi a figure rosse e piatti. Vi furono anche rinvenuti armi, armature e muradi ville romane. Aree che conservano memorie bizantine sono le località Malita (laura), Mulino (laure),Valle Laura (laura), Prantalato (laure), rione Cella. Sul colle Serra ancora oggi si incrociano antichi percorsi viari che conducevano in Calabria e nella Valle del Sinni. Da tutto ciò si può argomentare che per tutto il periodo di dominazione greca, lucana e romana la popolazione si concentrava in nuclei abitativi ubicati a valle, ai piedi degli attuali insediamenti di Viggianello e Pedali, in prossimità dei corsi d'acqua. Un tempietto pagano dedicato al dio Mercurio, protettore dei poeti, si trovava presso le sorgenti in località Mulino-S.Giovanni, dove fu rinvenuta una statuetta bronzea di Mercurio. 

 

Il paese, facente parte del Parco Nazionale del Pollino, è circondato da un territorio ricco di vegetazione dove, oltre ad effettuare escursioni guidate, è possibile organizzare interessanti passeggiate nel bosco. Pittoresco il paesaggio della la Sorgente del Mercure,un luogo dove il rumore dell’acqua che scende dalle viscere della montagna avvolge di fascino il luogo ricoperto di verde e dai tratti caratteristici della montagna.

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